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Idea Vicenza e famiglia naturale, il consigliere Pesce del Pd: mozione ignorante

Di Anna Barbara Grotto Mercoledi 22 Aprile 2015 alle 21:23 | 0 commenti

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Sabato scorso, 18 aprile 2015, in una conferenza stampa (foto) presso la sala Collese di Palazzo Trissino, è stata presentata una “Mozione a salvaguardia della famiglia quale nucleo naturale e fondamentale della società fondata sull’unione tra Uomo e Donna” a firma Francesco Rucco e Gioia Baggio, consiglieri di ‘Idea Vicenza’.

Leggendone il testo integrale (clicca qui per visualizzarlo), ne notiamo le prese di posizione molto forti contro l’attività anti-discriminatoria dell’Europa, dell’OMS e dell’UNAR. Tanto che ci viene da chiederci come mai sia passata in sordina una mozione così stridente rispetto alle politiche di grande apertura alla comunità LGBT messe in atto dalla Giunta Variati.

Con tale perplessità abbiamo contattato telefonicamente il consigliere comunale del Partito democratico Giancarlo Pesce, da sempre vicino alle tematiche sui diritti civili, e abbiamo sollecitato una presa di posizione sul testo in oggetto.

«La mozione affronta vari temi, ma tutti con banale superficialità e bigottismo», esordisce Pesce.

Ma entriamo nel vivo dei contenuti: lei pensa che la ‘Festa della Famiglia Naturale’, istituita dalla Regione Veneto con la Mozione 270 (clicca qui per il testo integrale) e spinta dall’attività dell’assessore Elena Donazzan, che ha anche appoggiato la mozione di Rucco e Baggio, faccia davvero il bene delle famiglie venete?

«No, non credo che iniziative come la ‘Festa della Famiglia Naturale’ facciano l'interesse delle famiglie e dei bambini. A scuola non ci sono solo i bambini delle famiglie cosiddette tradizionali, ma anche bambini di genitori separati o divorziati, chi è orfano di uno o entrambi i genitori, chi vive con i nonni o altri parenti, famiglie adottive, bambini di genitori gay. I bambini hanno il diritto di non essere discriminati a scuola per la diversità della propria famiglia, perché non è giusto fare distinzione tra famiglie di SerieA e di SerieB. Tutte le famiglie meritano pari dignità e rispetto.»
Pesce aggiunge che è tipico di una certa Destra contrapporre ideologicamente la famiglia cosiddetta “tradizionale” a tutte le altre forme di famiglie che già esistono, battaglia strumentale e ispirata da una sorta di “ortodossia” che però non aiuta concretamente né le famiglie né i bambini. «È una contrapposizione stupida che non ha senso di essere, perché tutelare allo stesso modo le famiglie di tutti i bambini non toglie niente alle famiglie cosiddette tradizionali.»
Nella mozione si legge, fra l’altro, un elenco di iniziative venete, italiane ed europee marchiate dai promotori come deprecabili e contro cui si invita la Giunta Comunale a prendere posizione. Cosa ne pensa?
«Sono realmente basito dal bigottismo con cui i proponenti della mozione si schierano con chi ha voluto la censura in un Liceo di Roma del libro del Premio Strega Melania Mazzucco, solo per la presenza di un passaggio di sesso gay. Si vuole tenere i ragazzi a scuola dentro una cupola fiabesca, in cui si nega l'esistenza della sessualità, di diversi tipi di famiglia, dell'omosessualità. Non ha senso che la scuola metta la testa sotto la sabbia e si rifiuti di affrontare certi temi con dei ragazzi che a quell'età già si fanno domande e cercano risposte.»
Inevitabile chiedere al consigliere Pesce se si può chiaramente definire questa mozione “omofoba”. «La ritengo più che altro molto ignorante – ci risponde.
«I proponenti, improvvisandosi esperti di sessuologia infantile (non hanno la minima idea di cosa sia la masturbazione infantile, ma già il nome stesso li scandalizza), si scagliano in modo del tutto ignorante contro i più autorevoli pedagoghi e sessuologi internazionali, che hanno redatto il documento standard dell'OMS per l'educazione sessuale nelle scuole. Ricordo che l'Italia è l'unico paese europeo (insieme a Bulgaria, Romania, e Polonia, tanto per dire) senza una normativa sull'educazione sessuale a scuola.»
La mozione Rucco-Baggio denuncia come illiberale anche la legge contro l’omo-transfobia. E su questo punto Giancarlo Pesce non usa mezzi termini: «Sul ddl Scalfarotto vengono raccontate un sacco di sciocchezze: non si capisce se le Sentinelle in Piedi e chi gli va dietro non leggano (sarebbe un paradosso!) o non capiscano ciò che c'è scritto e contro cui protestano. Non è vero che chi si dichiarerà contro le adozioni o i matrimoni gay rischia il carcere, ci mancherebbe: i diritti di espressione sono inalienabili e garantiti dall'articolo 21 della costituzione, e ci sono apposite leggi che proteggono le manifestazioni politiche o religiose. Il ddl Scalfarotto non è una legge liberticida, ma vuole giustamente colpire gli episodi di odio e di violenza omo-transfobica e contro le donne. Non mi sembra una richiesta campata in aria.»
Ad una mozione, che pure deve ancora essere presentata in Consiglio Comunale, ma che di fatto porterebbe Vicenza ad allontanarsi anacronisticamente dall’Europa e addirittura dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, come intende rispondere, e magari con che auspicio rilanciare nuove proposte?
«Io sono per una scuola che difenda i diritti di tutti i bambini, anche dei bambini che si scoprono omosessuali, e che insegni a rispettare le persone al di là degli stereotipi di genere, senza episodi di odio, violenza e discriminazioni per etnia, religione, sesso o identità di genere. Voglio una società aperta, laica, e tollerante, in cui ciascuno abbia la possibilità di decidere autonomamente ed esprimere liberamente la propria individualità. Chiedo forse troppo?»


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