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I socialisti vanno a "lezione" per fare una "Buona scuola"

Di Citizen Writers Sabato 11 Aprile 2015 alle 19:59 | 0 commenti

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Luca Fantò, Coordinatore regionale PSI scuola Veneto
Giovedì 9 aprile, presso la sede nazionale del PSI a Roma, si è tenuto l'incontro "Il PSI va a lezione per fare una Buona scuola". I Parlamentari socialisti hanno incontrato ed ascoltato le richieste e le proposte dei rappresentanti dei docenti sulla proposta di legge del Governo. All'incontro hanno partecipato diverse associazione dei precari e titolari della scuola,  i referenti regionali scuola del PSI ed il Segretario della UIL scuola Di Menna.

Si è parlato di assunzioni e dell'impianto del ddl sula "Buona scuola".
Dalla discussione è emersa la necessità di ampliare la platea degli assunti almeno agli idonei del concorso 2012 e la previsione di un concorso per titoli che permetta nel 2016 l'assunzione dei molti abilitati non inseriti nelle GAE.
E' stato anche sottolineato come il ddl preveda un rafforzamento ingiustificabile e inaccettabile dei poteri dei Dirigenti Scolastici. Rafforzamento non bilanciato dagli Organi Collegiali e neppure accompagnato da precisi criteri atti a verificare l'efficacia di tali e tante prerogative.
I Parlamentari del PSI si sono impegnati: a sostenere l'abolizione dell'art 8 che prevede l'impossibilità di reiterare incarichi di supplenza a chi ha già lavorato per 36 o più mesi come precario; ad ampliare la platea delle prossime assunzioni; a cercare di riequilibrare le nuove responsabilità che il ddl assegna ai Dirigenti; ad indicare individuare criteri chiari e precisi per l'attuazione delle nuove competenze assegnate dal ddl ai Dirigenti Scolastici.
I Parlamentari hanno infine ribadito come sia nella natura stessa del Partito Socialista porre prioritaria ed assoluta attenzione alla scuola statale pubblica. In questo tengo sembrano difficilmente accettabili le proposte di finanziamento diretto o indiretto alle scuole private.
Il PSI veneto ha consegnato ai suoi Parlamentari, dopo averlo illustrato, il documento seguente:

Cari colleghi, il ddl che il Governo porterà in Parlamento martedì 31 marzo, si sviluppa lungo 4 assi:

Edilizia scolastica

Alternanza scuola-lavoro

Assunzioni

Competenza dei Dirigenti Scolastici

Riportiamo quelli che sembraano essere i momenti fondanti di tale provvedimento, ovviamente incompleti ma a mio parere significativi.

L’edilizia scolastica è uno degli argomenti su cui Renzi ha puntato sin dall’inizio del suo mandato. E’ evidente a tutti noi l’importanza di accogliere i nostri ragazzi in luoghi dignitosi e sicuri. Sei primi interventi già compiuti hanno lasciato perplessi molti osservatori ed addetti, è auspicabile che quanto riportato dal ddl possa effettivamente essere più efficace.

Ma sono gli altri tre assi ad investire maggiormente l’ambito della didattica.

Il ddl sembra voler puntare molto sull’introduzione e/o rafforzamento di esperienze di lavoro da attuare nel triennio delle superiori. Il provvedimento parla di 400 ore per gli Istituti Tecnici e Professionali e 200 per i Licei. La scelta dei referenti esterni per tali “tirocini” è esclusiva competenza del DS. Non sono previsti rimborsi per gli alunni.

E’ prevista l’assunzione di circa 100000 docenti dalle GAE e tra i vincitori del concorso 2012. Rimarrebbero fuori gli abilitati non presenti in GAE. E’ presente nel provvedimento un comma che impedisce ai docenti che hanno già insegnato per 36 mesi di lavorare.

Gli assunti per coprire verrebbero inseriti in albi territoriali (provinciali) e scelti dai DS a chiamata diretta con contratti triennali, per coprire le necessità di organico espresse dal POF ed approvate da USR e da MIUR.  

I neoassunti dovranno superare un anno di prova ma, al contrario di quanto avviene oggi, al termine dello stesso, verranno giudicati esclusivamente dal DS e, in caso di esito negativo, verranno licenziati a meno che non provengano da altri ordini a cui sarebbero inviati di nuovo.

 Il POF non verrà più determinato dal Collegio Docenti né dal Consiglio d’Istituto bensì elaborato dal DS, sentiti gli Organi Collegiali. Il Personale docente di ogni Istituto verrà determinato ogni tre anni in base a quanto richiesto nel POF consegnato dal DS all’USR. I docenti verranno scelti ed assegnati dal DS agli incarichi, anche in classi di concorso  diverse da quelle per cui sono abilitati, purchè posseggano titolo di studio valido all’insegnamento. Gli incarichi che potranno essere di docenza ma non necessariamente curricolare (di fatto ogni tre anni, ogni docente potrà  essere costretto dal DS a lasciare l’insegnamento curricolare per l’extracurricolare). Qualora il DS non confermi i contratti triennali, il docente verrà inserito negli albi territoriali in attesa di essere chiamato da DS di altri Istituti della provincia o, in casi rari della Regione o addirittura in altra Regione.

I DS potranno chiamare da tale albi, per effettuare supplenze fino a 10 giorni, anche docenti di altro ordine e grado.

 

La formazione in servizio è obbligatoria e le attività sosno determinate dalle singole Istituzioni in coerenza col POF, quindi dal DS. Il ddl individua delle risorse per la formazione ma non chiarisce se siano per chi forma o chi viene formato.

Il ddl prevede una carta prepagata per acquisto di materiali per aggiornamento ed autoaggiornamento ma non chiarisce chi ne potrà usufruire e come funzionerà

Il ddl prevede sgravi fiscali non solo per chi contribuisce alle attività delle Istituzioni scolastiche statali ma anche paritarie.

Il ddl prevede sgravi fiscali per chi iscrive i propri figli alle scuole paritarie.

Il ddl non prevede  per le accresciute responsabilità dei Dirigenti Scolastici,  criteri specifici o diversi dagli attuali.

Gli scatti di anzianità non vengono aboliti.

Il DS decide anche  a chi dare i “bonus” annuali per il merito

 

 Secondo il PSI veneto questo ddl presenta pochi punti di forza e molti punti di criticità.

L’impegno per l’edilizia scolastica è certamente apprezzabile ed è auspicabile che si concretizzi atraverso modalità diverse da quanto fatto sinora.

Importantissima è l’assunzione di circa 100000 docenti.

Ma ciò non basta a bilanciare le dosi massicce di decisionismo, svalutazione delle competenze, precarietà, sono concetti che con questo ddl si incardinano in maniera stabile nell’ordinamento scolastico. Appare anzi grave, al limite dell’intimidatorio che le assunzioni vengano condizionate alla cessione di competenze da parte dei docenti e degli Organi Collegiali.

Gli Organi Collegiali infatti vengono di fatto esautorati di quasi ogni potere decisionale e ridotti ad organi consultivi.

Il DS di ogni Istituto decide in autonomia, senza controlli al di là di quelli di bilancio, e senza dover seguire criteri specifici: come impostare e redigere il POF, l’organico (sia il numero che i nomi), le attività di formazione del personale docente, gli eventuali incentivi economici, l’organizzazione della scuola. Di fatto nelle mani del DS saranno posti le possibilità ed il destino  lavorativi di ogni docente. Basti pensare che il docente in anno di prova verrà valutato e definitivamente assunto o licenziato dal DS

Qui sotto riportiamo alcune proposte già elaborate dal Coordinamento regionale PSI veneto.

Restituire al Collegio Docenti la facoltà di costruire e votare il POF almeno per la parte che riguarda le attività didattiche curricolare ed extracurricolari (con l’attuale ddl il Collegio Docenti sarebbe solo sentito dal DS);

Abbassare il numero dei giorni previsti per coprire assenze dei docenti con personale di classi di concorso diverse da quella del docente stesso (nel ddl 10 giorni, con grave danno per la didattica);

Ridurre il numero di ore di alternanza scuola-lavoro almeno per i Licei (che non rilasciano qualifiche al termine del secondo ciclo e quindi non sono strutturati per preparare al lavoro), nel ddl 200 ore nel triennio;

Restituire al Collegio Docenti le responsabilità delle scelte didattiche e formative, che il ddl assegna esclusivamente al DS;

Restituire al Collegio docenti la facoltà di eleggere al suo interno il Dirigente Scolastico o, in alternativa, rendere l’incarico triennale e non rinnovabile per i due anni successivi affinchè il DS rientri in aula.

Limitare a tre anni consecutivi, rinnovabili una sola volta gli incarichi di Dirigente Scolastico e/o prevedere l’elezione dei Dirigenti da parte del Collegio Docenti;

Incaricare ogni Collegio Docenti, nell’ottica della contestualizzazione della Istituto, di stabilire criteri generali e vincolanti che il DS dovrà seguire al momento della chiamata diretta dei docenti per l’assunzione triennale, per l’assegnazione del “bonus” ai meritevoli e per la valutazione dei docenti nell’anno di prova, per l’individuazione dei tempi per le attività formative annuali;

Inserire nel piano assunzioni gli idonei dei concorsi;

Eliminare la norme dei trentasei mesi che impedisce di reiterare li incarichi di supplenza

Proporre che la “carta per l’aggiornamento dei docenti” venga assegnata a tutti i docenti che da troppo tempo non hanno più diritto al rimborso spese per l’aggiornamento;

Restituire le competenze relative all’individuazione dei tempi e dei modi della formazione obbligatoria al Collegio Docenti e, qualora superino le ore individuate dal contratto, far in moo vengano retribuite;

Gli sgravi per le iscrizioni alle scuole paritarie siano concessi solo laddove lo Stato non si dimostra in grado di dare risposte ai cittadini ovvero nella scuola materna e dell’infanzia;

Richiede che le deleghe assegnate dal ddl al Governo in materia di accorpamento delle classi di concorso e riordino degli Organi Collegiali, siano stralciate ed esaminate da organi maggiormente competenti.

Leggi tutti gli articoli su: PSI, Luca Fantò, riforma scuola, Buona Scuola

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