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Gigi Manza si dimette dalla Cisl: "Amareggiato per scandalo stipendi, adesso si diano un codice etico"

Di Pietro Rossi Venerdi 14 Agosto 2015 alle 19:35 | 1 commenti

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Gigi Manza, sindacalista scledense, prima di andare in pensione era un punto di riferimento all'interno della Cisl vicentina. È lo anche adesso, stimato da colleghi sia del suo che di altri sindacati. La notizia delle sue dimissioni dal sindacato hanno fatto riflettere molti all'interno della Cisl - dopo lo scandalo degli stipendi d'oro - proprio perché arrivano da uno dei suoi fulgidi esponenti. "La Cisl è stata la mia vita - ci spiega - non me ne sarei mai andato, ma questa cosa mi ha troppo amareggiato".

Entrato nella Cisl nel 62, quando ha vinto il concorso da insegnante, è diventato con gli anni prima segretario provinciale della Cisl Federscuola Vicenza e poi componente della segreteria provinciale confederale. "Ricordo quegli anni con estrema gioia, dalla battaglia per far entrare a scuola i portatori di handicap, alla riforma della scuola elementare fino a personaggi come Sergio Neri, ispettore ministeriale e Alberto Tridente, che è diventato segretario dei metalmeccanici, seguiva i rapporti internazionali ed era amico di Lula. Una persona integerrima e umile, l'ha pianto persino l'ex presidente del Brasile quando se n'è andato. Ecco, lui quando è diventato parlamentare europeo quello stipendio lo versava direttamente al partito".
Ricordi di altri tempi, insomma, con storie difficili da trovare oggi. "Il dissenso con la Cisl è cominciato quando hanno abbracciato le politiche filo-governative - continua Manza - ma non ho mai pensato di andare via. Però quello di oggi è un sindacato diverso, persone dall'alto profilo morale come Pezzotta sono rare oggi, altro che Bonanni". Una scelta amara, per il sindacalista, che lancia infine un appello al suo ex-sindacato: "Alla Cisl devo tutto, i miei anni più belli, ora dovrebbero recuperare i rapporti con la gente e sopratutto dotarsi di un codice etico".
La figura di Manza è tutt'oggi molto apprezzata dagli iscritti al sindacato e dai sindacalisti - non solo della Cisl - che lavorano nel mondo della scuola. La sua lettera di dimissioni (che pubblichiamo integralmente in fondo all'articolo) ha ricevuto molti consensi. Pubblichiamo i più significativi, pervenuteci da persone che preferiscono restare anonime.
"Conobbi Gigi Manza nel lontano 1984, quando si batté per l'immissione in ruolo mia e di molti miei colleghi che, per ragioni burocratiche, pur avendo vinto il concorso si trovavano in posizione ‘critica'. Una persona buona, giusta e onesta se mai ne ho conosciuta una. Da uno così non c'era da aspettarsi nulla di diverso. Onore e rispetto a lui", scrive G., un lavoratore della scuola.

E L., sindacalista, aggiunge: "Gigi c'è sempre stato e c'è sempre (sembra un po' la descrizione di Dio, ma Gigi è molto più scherzoso), con coerenza e convinzione ma anche con leggerezza e capacità di ascolto. Anche a fronte di quanto è recentemente accaduto (compensi annui di 300.000 euro ad alcuni dirigenti Cisl ma, fatto ancora più grave, espulsione dal sindacato della persona che aveva reso noti questi dati), Gigi ha deciso di uscire dalla Cisl. Penso che per Gigi questa scelta sia stata dolorosissima. ma se uno è abituato a dare ascolto al proprio senso etico e ad avere il coraggio di prendere posizione, neanche con l'avanzare dell'età e la pensione perde questa brutte abitudini..."

LA LETTERA

Le notizie di questi giorni sugli stipendi scandalosi dei dirigenti Cisl, moralmente mi costringono a
disdire la mia iscrizione a questo Sindacato, dopo oltre 50 anni di militanza. Tra le motivazioni della mia disdetta prevale la dimensione personale del mio vissuto, che ben sintetizza le radici e la storia della Cisl, che ora non c'è più.
Fortunatamente, ho iniziato a lavorare a tempo indeterminato a 21 anni e immediatamente mi sono iscritto alla Cisl, sapendo di trovare, in questa Organizzazione, i valori nei quali credevo e che vedevo incarnati nei Dirigenti a tutti i livelli: la solidarietà, l'attenzione ai più deboli, il rifiuto di posizioni corporative, il rapporto tra tutte le categorie di lavoratori, la coerenza nello stile di vita degli Operatori e dei Dirigenti. Un Sindacato (nel mio caso, la Cisl-Scuola) che metteva al centro l'alunno e non l'insegnante. Un sindacato che aveva come riferimento fondamentale la scuola di Barbiana di d. Lorenzo Milani. Significativo, a questo proposito, lo slogan di un congresso provinciale, " Prima di tutto i bambini", ad indicare che la Cisl, allora egemone nella scuola vicentina, difendeva sì gli insegnanti, ma metteva al centro gli alunni. Sono diventato Segretario Provinciale del Sinascel (Cisl-Scuola) e assieme ai militanti abbiamo condotto la battaglia per l'inserimento degli handicappati (vincendola), "rimettendoci molte tessere" di insegnanti che non vedevano di buon occhio questa "rivoluzione". Ma sulle tessere prevaleva il valore della scelta. Abbiamo speso le risorse dei lavoratori, non certo per noi stessi, ma per promuovere corsi di formazione, seminari, incontri con personalità del mondo accademico e politico.

Costante la collaborazione con l'on. Beniamino Brocca, Sottosegretario alla Pubblica Istruzione, anche attraverso assemblee sindacali, per arrivare all'approvazione della Riforma, poi cancellata dalla ministra Gelmini. Importante il progetto "Linus", sull'organizzazione scolastica, a cui hanno lavorato centinaia d'insegnanti coordinati dal prof. Piero Romei (Università di Bologna) e dall'Ispettore Ministeriale Sergio Neri - ambedue scomparsi molto giovani- molto legati alla Cisl di Vicenza. Contemporaneamente, era molto attivo il gruppo "Educazione alla pace e allo sviluppo". Complessivamente, lavoravano "volontariamente" centinaia d'insegnanti e di delegati sindacali. A metà degli anni 80 sono entrato - assieme a Guerrino Tagliaro e a Giorgio Magaraggia - nella Segreteria Confederale Provinciale, guidata da Bruno Oboe, dirigente intelligente, lungimirante, capace, coerente. Sono stato incaricato di seguire le Politiche Internazionali, i gruppi per la pace e per il Terzo Mondo, il mondo cattolico impegnato.

La Cisl a Vicenza era diventata un riferimento per tanti gruppi spontanei della provincia, insieme si organizzavano incontri, convegni, seminari, anche con personalità di fama mondiale. Al proposito, basti ricordare l'economista-antropologa franco-statunitense Susan George, che con la Cisl aveva un legame profondo, e Benny Nato, rappresentante in Italia dell'African National Congress, il partito di opposizione nel Sudafrica dell'apartheid. Straordinaria l'iniziativa dell'Iscos-Cisl Regionale, di cui ero Vicepresidente, che coinvolse 20 mila lavoratori del Veneto per finanziare un progetto di sviluppo in Mozambico, attraverso una ritenuta mensile nella busta paga da parte dell'azienda.

Il mio impegno mi ha permesso di conoscere Dirigenti Cisl di alto spessore umano e morale. Ricordo particolarmente Pierre Carniti, Franco Bentivogli, Pippo Morelli, Gigi Viviani, Alberto Tridente, Sandro Antoniazzi e, per noi vicentini, Bruno Oboe e Beppe Benetti, che non hanno fatto fortuna con i soldi dei lavoratori. Questi erano i Dirigenti della Cisl. Ce n'erano tanti e, certamente, ce ne sono ancora, ma tacciono di fronte a quanto succede! Quanto ho raccontato è parte della storia della Cisl che io ho vissuto, che mi ha coinvolto e appassionato.

Oggi non è più così. A leggere le dichiarazioni di questi giorni, ti trovi di fronte a "funzionari", non certo a militanti. Purtroppo le notizie diffuse riguardano i "pesci grossi", ma ci sono privilegi anche per i "pesci piccoli". Dopo essere andato in pensione, sono rimasto iscritto alla Cisl, anche se spesso non ne ho condiviso la linea politica. Ma ci sono sempre rimasto perché la Cisl mi ha dato tanto. E' stata parte fondamentale della mia vita. Non ho condiviso, a suo tempo, le scelte fatte dalla Cisl di Savino Pezzotta (Patto per l'Italia) e me ne sono dissociato assieme ad altri amici della Cisl. Ma non ho mai messo in discussione l'integrità, la coerenza, la sobrietà della persona e del sindacalista, che spesso sfiorava l'integralismo. Che dire, invece, dell'affare Bonanni, messo presto a tacere dal silenzio di molti Dirigenti? Ci si scandalizza, invece, e si procede all'espulsione del militante e dirigente Cisl Scandola, quando denuncia certe situazioni. Assurda la posizione della Segretaria Furlan, che scarica sui Probiviri la responsabilità dell'espulsione, mentre imputa ad un Dirigente onesto la responsabilità di aver creato uno scandalo denunciando pubblicamente quanto sta accadendo nella sua Organizzazione. Ma dov'era la Furlan quando Bonanni ha danneggiato il suo Sindacato utilizzandolo a fini personali? Forse non sapeva? Il silenzio prevale sulla coscienza, pur di "salvare" l'Organizzazione! E che dire del Segretario Nazionale dei Pensionati Cisl Bonfanti, la categoria a cui ho appartenuto finora, che percepisce 225 mila euro annuali, mentre buona parte dei suoi iscritti notoriamente non arriva a 1.000 euro mensili? Come fa costui ad interpretare le esigenze di chi rappresenta, se viaggia ad altezze stratosferiche?

Per tutti questi motivi, compreso il silenzio complice di tanti Dirigenti, ho deciso con amarezza di ritirare la mia adesione alla Cisl, sperando di ritornarvi quando rinascerà il sindacato dei lavoratori che ho conosciuto, perché ce n'è bisogno. Senza un Sindacato credibile, come lo è stata la Cisl in cui ho militato, sono a rischio la democrazia ed il futuro del nostro Paese!

Gigi Manza
ex Segretario Provinciale Federscuola Cisl Vicenza
ex Componente della Segreteria Provinciale Confederale Cisl Vicenza

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Commenti

Inviato Sabato 15 Agosto 2015 alle 12:51

Ecco come finisce la Storia del movimento sindacale dei LAVORATORI. Nei primi anni 70 con il prof. Mario Spagnolo abbiamo dato VITA alla Cisl Scuola, lavoro Gratis, servizi ai tesserati, nessun rimborso spese, solo lavorare per un ideale e promuovere coscienza collettiva. Questo era la Cisl 1970. A Mario Spagnolo alle ACLI è stato intitolato un Salone. Si chiede Manza e anche molti di noi, quando rinascerà il Sindacato dei Lavoratori? Perché non unire le forze (e le spese) della triplice per farne un sindacato moderno al passo con i tempi? O forse pensiamo solo agli stipendi dei Burocrati? Quando il Sindacato (Poste) la smetterà di mettere le mani nelle nomine dei funzionari e dirigenti col metodo Cencelli invece che controllare competenze, produttività, impegno? Intanto per far tacere la "Voce del Popolo" si pensa all'espulsione! Da non credere! Peggio che i bolscevici. Mala tempora currunt.
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