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Europa Unita... Nella Ritmica. Stasera dalle 20.45 diretta su VicenzaPiu.Tv

Di Edoardo Andrein Sabato 23 Maggio 2015 alle 16:08 | 0 commenti

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Dopo le due tappe vicentine del Giro d’Italia arriva oggi, sabato 23 maggio, un altro grande evento sportivo al palazzetto dello sport di Vicenza in via Goldoni: il saggio di fine anno per la stagione 2014-15 di Vicenza Ginnastica. E dopo l’elevato numero di accessi raggiunto nelle dirette degli anni passati, torna anche la diretta streaming (con successive repliche in programmazione) del saggio serale su VicenzaPiu.Tv, un servizio che serve anche a ovviare alla mancanza di posti presso il palasport cittadino.  

Il titolo del saggio di quest’anno è particolare, così come la valenza culturale che da sempre contraddistingue l’Associazione della ginnastica ritmica in città: “Europa Unita… Nella Ritmica”.

Due i Saggi in programma, quello pomeridiano rivolto alle atlete più piccole e quello serale dove si confronteranno le varie anime delle più grandi.

Di seguito pubblichiamo integralmente il coinvolgente messaggio tra Europa e ginnastica rivolto dal presidente di Vicenza Ginnastica, Maurizio Magrin:

Alle volte mi sembra di vivere nel contesto irreale di un altro mondo: quando non più di una manciata di mesi fa l’Europa si stava intrigando a dipanare il filo di Arianna del leader greco Tsiptras con quella melina del fuori sì e fuori no, default sì oppure no, con il mica tanto banale corollario del “dovuto” rispetto nei confronti di più di qualche banca europea, noi della Vicenza Ginnastica, quelli della Ritmica Vicentina per essere più sintetici, avevamo già impostato da novembre il compito di casa del Saggio 2015, rivolto per quest’anno appunto all’Europa; considerata in quella sua unitarietà ormai sottoposta secondo recenti informative ad un restyling, e non più alla stregua del vecchio continente con la cui storia i nostri figli e nipoti ogni tanto si approcciano e senza dubbio più lo vivono tra uno scalo aereo e l’altro. Son passate poco più di due settimane e l’asticella si è spostata notoriamente sul “mare nostrum” con un fuoco amico che fa ancor più male perché sparato da quei “cattolicissimi” Stati quali Spagna e Francia, per non parlare, secondo recentissime dichiarazioni, dei restanti 10, tra cui molti soci fondatori. Europa appunto, affossata più da un problema di interessi che di coscienza, non la mortale Europa figlia si Tiro, che in un trasporto amoroso venne rapita da Giove tramutatosi in toro mansueto, non il cratere raffigurante il rapimento, trafugata dai cavatori a sant’Agata de’ Goti e ora collocato permanentemente a Paestum grazie a complesse indagini investigative svolte dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, non l’Europa rappresentata nella moneta dei 2 euro emessa dalla Grecia, l’unica nazione a ricordare un indiscusso passato remoto di civiltà ormai in bilico nel condividere gioie e dolori dei comunitari. Ho un ricordo netto e preciso dell’Europa del secolo scorso, di tanti anni fa quando alla radio, con quelle voci familiari dei radiocronisti appena usciti dal ventennio, ti facevano vedere le strette di mano dei Fondatori di questa Europa, quell’instancabile Adenauer, Cancelliere della repubblica Federale, il lussemburghese Bech, Churchill lo statista delle lacrime e sangue inglese fautore di una unità che potesse garantire infine la pace, e il nostro De Gasperi che preparò la strada per il nostro futuro nazionale, e il francese Schuman, l’architetto del progetto di integrazione europea, per finire con il visionario Spaak e l’ancora nostro infaticabile Spinelli. Me li vedo infagottati in quei lunghi cappotti e cappello a tesa larga, in quei cieli europei, fumosi per la ripresa industriale, e accomunati tutti dalla loro appartenenza a movimenti politici di ispirazione cristiana: rivoluzionari tranquilli. E ora… questo sogno naufragato nel mezzo del mar Mediterraneo. L’Europa in frantumi. Ecco il perché di quei puntini di sospensione aggiunti di fretta, EUROPA UNITA… NELLA RITMICA, perché il mio selfie introspettivo non deve essere imbarazzante, intrigante, non enigmatico, bensì impegnato a sufficienza, non un riccio di capelli ormai scomparso, non una errata battuta sulla tastiera; lo devo all’Europa, quella scoperta e conosciuta anno dopo anno, in lungo e in largo, quale camperista di lunghissimo corso, dagli Urali a Capo Nord, da Cabo da Roca a.. Lampedusa no, ma Capo Passero sì.

Al Saggio di altro si parlerà, in quella abituale fusione di colori, musiche, costumi, idee, riproponendo qualcosa di diverso, perché i nostri Saggi di fine anno devono avere, connotazione semiculturale a parte per cui andiamo fieri ed orgogliosi, quel riscontro oggettivo per i genitori delle allieve di aver fatto una scelta appropriata e per lo Staff Tecnico, che lavora dietro le quinte, una riprova e conferma della bontà della propria professionalità. Buon Saggio a tutti.


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