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Distributori di cibi: utili se non ce ne fossero anche di scaduti e se dessero sempre il resto

Di Pietro Cotròn Giovedi 1 Ottobre 2015 alle 16:27 | 0 commenti

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Stanotte, 1 ottobre 2105, per lavoro normale e per problemi tecnici di montaggio post conferenza dell'AD della Banca Popolare di Vicenza, Francesco Iorio, abbiamo chiuso le saracinesche della nostra redazione di Viale Milano dopo le 2. La fame non era poca, le provviste a casa erano carenti causa assenza della moglie, fuori città per impegni... materni, e allora ci siamo ricordati che in città sono sempre più numerosi i distributori automatici di cibi e bevande.

Rasserenati da questa "occasionale" memoria siamo saliti in macchina alla ricerca di uno di questi con obiettivo un paio di tramezzini e un pacchetto di patatine. La fortuna ha voluto che vedessimo subito un in egna che promuovva uno di questi luogi con un aventore di colore che ne usciva.

Parcheggiavamo l'auto con i lampeggianti, sperando che non ci beccasse l'irreprensibile comandate Rosini,di cui a breve risentirete parlare, e entravamo già leccandoci i baffi da barba lunga.

Adocchiamo un invitante tramezzino doppio da 150 gr. al salame, formaggio e rucola. Costa due euro e 50 centesimi, non è proprio economico ma le comodità notturne costano e la fame è tanta. Per cui voila: dentro tre euro, tramezzino giù e 50 centesimi di resto.

Poi la golosità da stomaco vuoto dalle 13 del 30 settembre ci porta a derogare e, visto che c'è un mini tramezzino con speck e funghi, che è molto mini (80 gr ), da un euro e 50 centesimi ripetiamo l'operazione: due euro dentro, tramezzino fuori e... e nessun resto. Proviamo a pigiare il tasto per avere il resto in caso di problemi ma ci dobbiamo rassegnare al guasto casuale.

Siccome eravamo entrati anche per un pacchetto di patatine, lo vediamo nel distributore ad angolo, in cui addirittura il display segna un credito attivo di 10 centesimi (strano pensiamo, la macchina dovrebbe rendere il resto del cliente precedente, ma vista l'ora non ne traiamo le conseguenze).

Il costo delle patatine, un mini sacchetto, è di  un euro, inseriamo un euro (senza approfittare del credito presunto d 10 centesimi) e... e le patatine non vengono giù e solo l'euro ci rimane... nello stomaco nonostante i pulsanti di restituzione e in assenza di un qualunque numero di telefono per segnalare anomalie di questo tipo.

Siamo reduci dalla conferenza della BPVi contro le cui "anomalie" passate niente hanno potuto anche gli esposti dell'Adusbef, per cui facciamo spallucce al "buco finanziario" di un euro e 20 centesimi della notte e mangiamo, non gusto aumentato dalla fame, quel che abbiamo racimolato (anche se per cinque euro e 30 centesimi un tramezzino sia pure doppio e uno singolo ma mini non sarebbero il massimo).

Arriviamo a casa, riaccendiamo il computer per un check del lavoro fatto e poi ci accingiamo a gettare i contenitori dei tramezzini nella spazzatura.

Cercando di leggere di che materiale siano fatti i contenitori per scegleire il sacchetto giusto, sennò poi il nostro sindaco e l'Aim ci sgridano, ci casca l'occhio sul dato della scadenza del tramezzino doppio e leggiamo: "Da consumarsi entro il 29 settembre 2015".

Amen per un momento visto che ormai sono le tre, dobbiamo ancora spegnere il Mac Pro e provare a dormure qualche ora.

Stamattina, sempre il 1° ottobre è, caffè doppio e, per scrupolo, ricontrolliamo le date di scadenza: sicura, entro il 26 ottobre, quella del mini tramezzino, da non consumare dopo il 29 settembre l'indicazione sul bitramezzino.

Si sa che in questi casi, ma sono casi?, a parte la non perfetta correttezza commerciale, non si corrono grandi rischiper la salute se, almeno, sono rispettate le regole di conservazione, anche quelle scritte sulla confezione: "conservare in frigo da 0° a + 4°" c'è scritto sul mega tramezzino prodotto nel Tarantino, idem sul min prodotto nel Veneziano.

Peccato solo che, lo abbiamo controllato stamattina, la temperatura di conservazione anche del tramezzino scaduto il 29 settembre sia di +8° (vedi la foto qui nella photo gallery, ndr).

Un doppio caso quello dei resti ingoiati dai distributori come noi abbiamo ingoiato i comunque gustosi tramezzini della Alba Tramezzini di Faggiano (Ta) e della Deppieri di Mestre (Ve) senza, al momento, mal di pancia? Tra l'altro stamattima il credito di 10 centesimi (lo stesso di ieri nostro un euro a parte?) era sempre lì?

Un altro caso la scadenza superata?

Un ultimo caso la temperatura troppo alta dei frigo di conservazione?

Lo chiederemo alla ditta in cui ci siamo imbattuti casualmente ma magari qualche controllo in più del'azienda, delle altre titolari die sercizi di questo tipo in città e delle autorità sanitarie preposte alla sicurezza sanitaria non sarebbe sgradito ai cittadini.

Come pure non sarebbe sbagliato consentire a chi non riceve il resto di riaverlo documentando il suo diritto con qualche sistema automatico, tipo emissione dello scontrino e verifica di cassa in eccesso.

E, tanto per gradire, quanto costerebbe un'etichetta con su scritto su ogni distributore a chi telefoanre o inviare una mail per segnalazioni di malfunzionamento o di presenza di cibi non regolaentari.

In Usa ci farebbero una Class action... Troppo.

Quì, però, troppo poco, cioè nulla lasciando tutto a carico del solito consumatore.

Leggi tutti gli articoli su: Distributori automatici, Italcaffè

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