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CorVeneto: BPVi taglia 200 impiegati e 150 sedi, Sorato si dimette?

Di Rassegna Stampa Sabato 9 Maggio 2015 alle 15:36 | 0 commenti

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Centocinquanta filiali da chiudere con 200 esuberi. E soprattutto l’amministratore delegato Samuele Sorato sul punto di lasciare: il manager avrebbe presentato le dimissioni e la parola decisiva spetterà ora al consiglio d’amministrazione convocato per martedì. La bomba è esplosa improvvisamente ieri, dopo che le voci sulle dimissioni del manager, da sette anni direttore generale in Popolare di Vicenza e da tre mesi promosso amministratore delegato, si sono rincorse ieri per tutto il giorno.

E insieme alle novità sul piano industriale, aprono uno scenario ancor più difficile per la popolare vicentina, già alle prese con la complicata partita della trasformazione in spa e delle fusioni, dopo aver appena chiuso il bilancio più difficile della sua storia, chiuso con 758 milioni di euro di perdita, ed esser uscita, l’11 aprile, da un’assemblea dei soci molto tesa, in cui è affiorata la rabbia per il taglio del 22% del valore delle azioni, da 62,5 a 48 euro, titoli che oltretutto non si riescono a vendere. Ieri la nuova escalation. Dopo un breve incontro informale tra i rappresentanti sindacali e il presidente Gianni Zonin, ieri mattina si è tenuto il primo incontro sul piano industriale 2015-2019 tra i sindacati Dircredito, Fabi, Cgil e Cisl e la banca, preliminare all’apertura, lunedì, della procedura sindacale vera e propria, quando ai sindacati dovrebbe arrivare la relazione completa sul piano. Ma già ieri la banca ha anticipato due numeri pesanti: il piano stand alone prevede 200 esuberi e la chiusura di 150 filiali, con altre 60 in cui la cassa sarebbe operativa solo il mattino. Numeri che i sindacati si sono riservati, come afferma una breve nota emessa ieri, «di valutare più compiutamente» di fronte al piano che arriverà lunedì. Anche perché fa riferimento ad una banca che resta autonoma: situazione tutta da verificare. Nel frattempo veniva a galla la situazione dell’amministratore delegato. Che secondo alcune indicazioni avrebbe già presentato le sue dimissioni. E se la voce di un consiglio straordinario già ieri non appare fondata, il momento decisivo è atteso ora per martedì, quando si riunirà il consiglio d’amministrazione che dovrà decidere della posizione del manager. Da mettere a fuoco ancora i motivi che hanno portato alla clamorosa escalation. Che secondo alcuni sarebbero da ricondurre a dissidi tra Sorato e il presidente Zonin. Certo, sulla decisione di Sorato starebbe pesando il periodo sempre più difficile, legato prima alla preparazione ai test Bce dello scorso ottobre e poi alla nuova fase apertasi con la vigilanza della Banca centrale europea, che ha aumentato la pressione facendo emergere problemi per la popolare, tra rettifiche sui crediti per oltre 800 milioni e svalutazioni sugli avviamenti per 600, che ha portato alla perdita record del 2014 e alla svalutazione delle azioni. Bce che tra l’altro non pare allentare la pressione sulla Popolare di Vicenza. Secondo il nuovo documento di registrazione depositato giusto ieri in Consob dalla popolare, Francoforte ha aperto da inizio anno due ispezioni a Vicenza. La prima, scattata il 26 febbraio, per valutare la gestione del rischio del portafoglio finanziario, è tutt’ora in corso; la seconda, sempre sulla gestione del rischio, si è tenuta dal 13 al 17 aprile. «Gli esiti di tale approfondimento - dice la banca - non sono ancora noti». Infine, a fianco della Bce, la terza ispezione è stata aperta ora dalla Consob il 22 aprile. Come già successo a Veneto Banca, dove le verifiche sono scattate a gennaio e sono ancora in corso, ora l’Authority di controllo ha acceso un faro a Vicenza. Al centro delle verifiche, come informa sempre il documento della banca depositato ieri, il funzionamento della procedura usata per fissare il prezzo delle azioni, la gestione degli ordini di vendita delle azioni dai clienti e la valutazione dell’adeguatezza dei loro investimenti. Verifiche, dunque, che paiono mettere al centro il collocamento delle azioni non quotate della banca.

di Federico Nicoletti dal Corriere del Veneto


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