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Comitato Più Democrazia e Partecipazione: il colore dei vagoni ferroviari e il profumo dei fiori di cemento del futuro

Di Citizen Writers Martedi 13 Gennaio 2015 alle 22:12 | 0 commenti

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Annamaria Macripò del Comitato Più Democrazia e Partecipazione intervene sulle modalità di approvazione del Consiglio Comunale di Vicenza del progetto TAC

“Se non si sgomita, ci lasciano a fare compiti esclusivamente amministrativi”, questa in soldoni la giustificazione del Sindaco per la fretta di accaparrarsi la succulenta fetta di stanziamenti (ma esistono davvero?) per la TAV/TAC al fine di creare le basi di un'apertura della provincialissima Vicenza al mondo futurista e futuristico delle città dotate di stazioni TAV o anche solo sfiorate dalla 'benedizione' dell'alta velocità.

La domanda è: che male c'è a occuparsi e preoccuparsi 'solo' della buona amministrazione di una città? Cercare di porre rimedio ai danni provocati da altri e sui quali si è fondato il proprio programma di elezioni e rielezioni? Che male c'è a provare a far assurgere Vicenza allo status di città 'moderna' nel vero senso del termine ovvero una città con uno Statuto all'avanguardia che prevede veri strumenti di democrazia diretta finalmente fruibili che consentono ai cittadini di partecipare attivamente alla creazione di un modello di città con scelte condivise, a partire dall'urbanistica?

Perché sminuire così il senso del vero compito di un amministratore: condividere con i propri cittadini le scelte per il bene della città? Rendere la propria città più vivibile, più calda e accogliente in sintonia con chi vi abita?

E invece no, pare che ci sia bisogno delle GRANDI OPERE per immaginare il futuro, per sentirne il profumo. C'è bisogno di demolizioni, di espropri e poi nuovi appalti, nuovi cantieri.

Sì, iniziamo già a sentire il profumo del futuro: sa di cemento ed è grigio!

Allora delle due l'una.

O voi, Amministratori, vi preoccupate davvero di quello che può essere il futuro della città che vi è stato concesso di amministrare andando al di là di uno studio di fattibilità e avendo il coraggio di metterlo in discussione in maniera sostanziale anche alla luce delle evidenti contraddizioni e falle sottolineate da cittadini esperti e non che si sono presi la briga di studiarlo per dare il proprio parere, richiesto dall'amministrazione stessa pur se in maniera ambigua (che margine di contrattazione può mai esistere se oggi è prevista la votazione con blindatura in Consiglio Comunale?).

Oppure non 'affrettatevi' ad approvare il Regolamento degli Istituti di Partecipazione.

Dopo averlo tenuto al palo per due anni, ora non c'è più alcuna 'urgenza'. Alla prova dei fatti più recenti, quando è utile e necessario, oltre che 'più democratico', sentire il parere di chi vive sotto il vostro stesso tetto per rimodernare una casa che è in condivisione, di scuse per non farlo ne trovate a bizzeffe.

Sappiate solo che a noi non interessa fare un referendum 'postumo' sul colore da dare ai vagoni ferroviari.


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