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BPVi, giornata "calda". Divorzio Zonin-Sorato e arriva Divo Gronchi?

Di Rassegna Stampa Martedi 12 Maggio 2015 alle 10:04 | 0 commenti

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Banca popolare di Vicenza, il giorno della verità sul divorzio tra Zonin e Sorato. Il consiglio d’amministrazione è convocato oggi per le 15, nella sede di via Battaglione Framarin, a Vicenza, dopo il tradizionale pranzo veloce in sede. Riunione decisiva: sul tavolo del consiglio il nodo delle dimissioni del consigliere delegato Samuele Sorato, 54 anni, con le conseguenti decisioni da prendere, dopo la clamorosa notizia dell’uscita del manager, da 13 anni in Popolare di Vicenza, filtrata venerdì scorso.

Sulla vicenda, anche ieri in banca stretto riserbo. A partire dal presidente Gianni Zonin, che non ha voluto mancare ieri a Milano l’assemblea della Consob, ma che ha respinto i cronisti in cerca di elementi in più sulle dimissioni di Sorato: «Nessun commento per nessuno motivo», le uniche parole. A questo punto bisogna tentare di rimettere in ordine gli elementi. Intanto il tam tam della vigilia dà per assente il manager alla riunione di oggi. Dopo l’intenzione espressa al presidente Zonin di rassegnare le dimissioni, venerdì, il manager dovrebbe far arrivare oggi sul tavolo del consiglio la lettera che le formalizzerà, impedendogli, con la decadenza da consigliere delegato, di partecipare alla riunione. Un quadro che a questo punto taglierebbe anche la testa al toro sulla possibilità di un rientro delle dimissioni, magari sulla scorta di un consiglio che non si riunisce da due settimane e sorpreso dall’accelerazione degli eventi, che le respinge. L’uscita di scena di Sorato apre come prima conseguenza il nodo della sostituzione. Anche qui le indicazioni della vigilia danno come possibile il rientro a Vicenza di Divo Gronchi, 76 anni, il manager già per due volte amministratore delegato a Vicenza, prima di andare a dirigere e risanare, nel 2011, la pisana Cassa di risparmio di San Miniato (in cui tra l’altro ha una quota di rilievo Cattolica assicurazioni, di cui Popolare di Vicenza è primo socio). Il manager è dato per vicino a Zonin e persona di cui il presidente si fida, specie nei rapporti con le autorità di vigilanza. Forse il suo ritorno in Bpvi potrebbe esser sancito già oggi, anche per chiudere subito la tempesta al vertice. Resta a questo punto ancora da mettere a fuoco l’elemento scatenante che ha provocato il divorzio tra Zonin e Sorato, manager che aveva costruito a Vicenza una carriera duratura: arrivato nel 2002, era direttore generale da sette anni. Qui le interpretazioni divergono. Da un lato c’è chi mette l’accento su un rapporto incrinatosi negli ultimi mesi, tra esiti degli stress test, la perdita di 758 milioni sul bilancio 2014 e la svalutazione delle azioni che ha fatto lievitare i malumori dei soci, alcuni rimbalzati direttamente sul presidente. E che ha prodotto intanto un esposto alla procura di Vicenza da parte delle associazioni dei consumatori. Situazione in cui Zonin non avrebbe trovato un interlocutore saldo in Sorato e nella sua squadra. Fino all’accelerazione della scorsa settimana e alla decisione di sacrificare il manager, nel frattempo divenuto a febbraio amministratore delegato (passaggio anche questo che Zonin avrebbe più lasciato passare, in un momento non facile, che voluto) e quindi con tutte le deleghe operative e le responsabilità. L’altra interpretazione punta invece sull’ispezione Consob sulla questione delle azioni, del loro prezzo e collocamento ai risparmiatori, scattata il 22 aprile. E in particolare sulla possibilità che gli ispettori abbiano fatto emergere operazioni incrociate di finanziamento e sottoscrizione di azioni. Operazioni ormai pesantemente nel mirino delle autorità di vigilanza e la cui responsabilità sarebbe finita sulle spalle di Sorato, sempre nel suo ruolo di amministratore delegato. O forse la seconda interpretazione non sia la coda della prima. Si vedrà. Per intanto è comprensibilmente saltato ieri l’avvio del confronto sindacale sui 150 sportelli e i 200 dipendenti da tagliare dichiarati sempre venerdì. L’altro fronte difficile di una primavera che a Vicenza si annuncia già calda.
di Federico Nicoletti dal Corriere del Veneto


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