Berti: Moretti firma con una mano per famiglia naturale e con l'altra per i gay
Martedi 26 Maggio 2015 alle 20:49 | 1 commenti
Jacopo Berti, candidato alla presidenza del Veneto per il Movimento 5 Stelle
È giunto il momento di dare piena attuazione alla mozione regionale per la prevenzione e la lotta a ogni forma di discriminazione legata all'orientamento sessuale e all'identità di genere. La mozione approvata all'unanimità nel 2012 dal consiglio regionale non è mai stata realmente rispettata.Anzi nell'ottobre dell'anno scorso è stata approvata la mozione 270, che deve essere abrogata prima possibile e che prende le distanze dalle direttive europee e addirittura da quanto indicato dall'Organizzazione mondiale della sanità sull'educazione alle differenze sessuali e di genere. Questa follia, unica in Italia per non parlare dell'Europa, avrebbe dovuto essere attuata perfino attraverso una propaganda nelle scuole.
In un momento molto delicato, nel quale la deriva omofoba e violenta è sempre più pesante, questo è il momento per le scelte forti e delle prese di posizione: ne sa qualcosa Alessandra Moretti, che nel giro di appena un mese ha sottoscritto il manifesto per la famiglia naturale e quello del mondo lesbico e gay, che sono in netta antitesi fra di loro. Cosa non si fa per un voto.
È davvero arrivato il momento di fare qualcosa di importante e di forte per combattere la violenza omofobica e trans fobica. Faremo un coordinamento delle esperienze locali dei centri anti violenza e delle associazioni di lesbiche, gay, bisessuali e transgender, promuovendo campagne di sensibilizzazione nelle scuole di ogni ordine e grado. Poi servirà un osservatorio regionale che si dedichi esclusivamente agli eventi di omofobia, transfobia e bullismo.
Infine punteremo alla formazione del personale regionale, per creare all'interno delle istituzioni una cultura di conoscenza, accoglienza e supporto.
Ho raccolto nei giorni scorsi l'esperienza diretta di una vicentina che si era recata nel Comune del capoluogo berico assieme alla sua compagna, per iscrivere la coppia al registro delle famiglie anagrafiche fondate su vincolo affettivo.
Queste persone mi hanno raccontato di essersi trovate di fronte a personale impreparato, che ha tentato di dissuaderle con modi che vengono definiti dalle dirette interessate come censori, spiegando che non c'erano un senso o un vantaggio a fare un passaggio del genere.
E questo è inaccettabile.
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