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Jacopo Berti, M5S, Usb in piazza a Vicenza contro la riforma sulla scuola

Di Emma Grande Lunedi 18 Maggio 2015 alle 15:10 | 0 commenti

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Nella serata di lunedì 18 maggio 2015 è stata organizzata alle ore 20.15 in Piazza Castello a Vicenza una fiaccolata contro la riforma sulla scuola. Parteciperanno anche il Movimento 5 Stelle Vicenza "ennesima catastrofe del Premier Renzi" con il candidato alla presidenza del Veneto per il M5S, Jacopo Berti "la scuola pubblica deve tornare a essere protagonista in Veneto", e il sindacato USB "per contrastare efficacemente il DDL sulla buona scuola e tutto il suo armamentario ideologico e mediatico".

Di seguito tutte le note integrali:

Movimento 5 Stelle Vicenza

Esprimiamo  la solidarietà  di tutto il M5S al personale della scuola che in questi giorni si sta mobilitando per fermare l'ennesima catastrofe del Premier Renzi.

Già, perché la "buona scuola" che il governo intende approvare senza alcun confronto con le parti sociali, rappresenta la peggiore riforma scolastica degli ultimi trent'anni.

Il M5S sta dalla parte degli insegnanti e della scuola pubblica.

L'istruzione così come la intende il Governo Renzi va in una direzione privatistica molto pericolosa. Noi faremo di tutto per bloccare l'approvazione del DDL del Ministro Giannini: la scuola pubblica ha bisogno di investimento, di stabilizzazione del precariato, di aumento dei livelli retributivi degli insegnanti quantomeno facendoli rientrare nella media europea.

Renzi invece minaccia di precettare gli insegnanti in sciopero: un governo che non discute le riforme e minaccia ritorsioni è un Governo debole.

M5S Veneto

Il candidato alla presidenza del Veneto per il Movimento 5 Stelle, Jacopo Berti, parteciperà questa sera alla manifestazione organizzata a Vicenza dalle segreterie di Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda: le sigle sindacali, supportate anche da studenti, famiglie e dalla società civile in genere, daranno vita oggi 18 maggio alle 20.30 a una manifestazione contro il disegno di legge sulla scuola.

“La scuola pubblica deve tornare a essere protagonista in Veneto – spiega Berti – la nostra vera grande opera deve essere l'istruzione”.

Il candidato lancerà stasera da Vicenza l'hashtag #tuttiassunti, che riassume in due parole la posizione del Movimento 5 Stelle sul precariato scolastico.

“Abbiamo supportato con convinzione lo sciopero del 5 maggio – ricorda Berti - i precari devono essere assunti tutti e va restituita dignità alla scuola pubblica. Quello di Renzi è solo un ricatto travestito da voto di scambio”.

Secondo l'ufficio scolastico regionale, infatti, servirebbero almeno 450 insegnanti in più rispetto a quelli che sono attualmente impegnati nelle scuole venete, mentre i sindacati alzano l'asticella a quota 700.

“In realtà – rivela Berti – se dovessimo rispettare il rapporto nazionale tra il numero di alunni e docenti, al Veneto spetterebbero di diritto almeno 3 mila insegnanti in più e non solo qualche centinaio”.

USB

Costruire Un’opposizione forte e determinata, numericamente consistente dentro e fuori dalle scuole, come e più di quella che ha animato gli scioperi del 24 aprile e del 5 e 12 maggio.

Un pensiero forte sul tentativo di ristrutturazione del settore da parte del Governo e sulla costruzione di uno spazio europeo dell’istruzione.

Oggi nelle assemblee si sente spesso dire che la scuola italiana dovrebbe adeguarsi ai livelli della scuola europea. Per certi versi lo si può capire, guardando le strutture e gli strumenti che certe scuole europee hanno e soprattutto le retribuzioni dei colleghi d’oltralpe.

Bisogna però stare attenti a due cose.

La standardizzazione dei saperi, il ricorso sempre più frequente alla valutazione tramite test, il lavorare sempre e solo per competenze costituiscono aspetti centrali della formazione per come viene tracciata da Bologna a Lisbona, le due tappe storiche della costruzione dello spazio europeo come “economia della conoscenza”.

La seconda questione riguarda la necessità di capire che è proprio il quadro europeo a determinare la posizione periferica del nostro paese (come gli altri pigs, Spagna, Portogallo e Grecia), lo sconvolgimento del nostro assetto istituzionale, i vincoli di bilancio, e dunque le condizioni lavorative nuove che ci vengono imposte: aziendalizzazione, dirigismo, licenziabilità, limitazione forte della libertà di insegnamento.

Oggi ci troviamo in una piazza variegata, a fianco di organizzazioni sindacali che in questi anni abbiamo criticato e che continuiamo a criticare, costrette alcune  loro malgrado dai processi in atto a muoversi (qualcuna già si tira indietro…), ma senza una prospettiva credibile per nessuno.

Usb e il sindacalismo conflittuale  vogliono costruire insieme lo strumento sindacale, politico e teorico che tenga insieme rivendicazioni di studenti, popolazione giovanile abbandonata alla disoccupazione di massa, precarietà (apprendistato Jobs act), condizione lavorativa dei lavoratori della scuola, ma anche ruolo di una scuola che nella crisi deve ritrovare il suo spazio di formazione critica.

L’esatto contrario dell'intervento dei nostri vari  Governi che si sono succeduti e della cattiva scuola di Renzi.

Senza questa saldatura si rischia di rimanere al livello di una rivendicazione parziale e senza molto respiro, con mediazioni marginali che non intaccano il disegno governativo.

 

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