Quotidiano | Categorie: Immigrazione

A Milano gruppi di cinesi alle primarie. Nella Chinatown di Vicenza le elezioni per il Consiglio degli stranieri non interessano

Di Edoardo Andrein Mercoledi 10 Febbraio 2016 alle 17:46 | 0 commenti

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A Milano nella due giorni di votazioni dello scorso week end delle primarie del centrosinistra per scegliere il candidato sindaco ci sono state polemiche e accuse di "cammellaggio" di voti della comunità cinese. Il fatto è che in alcuni seggi milanesi sono stati segnalati gruppi di cittadini asiatici che non sapevano bene perchè erano lì, neanche conoscevano l'italiano ma che avrebbero votato compatti per Giuseppe Sala, il candidato risultato poi vincitore.

Sembrano le solite immancabili polemiche tafazziane del centrosinistra, anche perchè la comunità cinese di Milano si è organizzata con gazebo (foto) e materiale informativo da distribuire ai cittadini, soprattutto nella zona di via Sarpi, la Chinatown di Milano, per una consultazione che uno degli organizzatori cinesi del gazebo ha definito "elezioni storiche" e che, comunque, magari con un po' di consapevolezza in più, potrebbero segnare una svolta.

Nella Chinatown di Vicenza, invece, la zona di viale Milano, per le storiche elezioni del primo Consiglio degli Stranieri abbiamo raccolto diversi "non sono a conoscenza" e "non ci interessa" tra i commercianti che siamo andati ad interpellare. Un silenzio che si rispecchia anche nel fatto che, tra le quattro liste di immigrati alle elezioni del 14 febbraio, non compaia nemmeno un candidato cinese.

E sì che la comunità vicentina con gli occhi a mandorla può contare su una delle rappresentanze più numerose con 551 potenziali elettori. Ma sembra ci sia poca voglia anche di andare a recarsi alle urne: "Abbiamo poco tempo perchè dobbiamo lavorare, non penso di riuscire ad andare a votare", ci dice una barista cinese, affermazioni supportate dall'orario di lavoro "full time" che leggiamo sulla porta d'ingresso del locale.

Su un'altra porta d'ingresso di un negozio d'abbigliamento cinese, scorgiamo invece la locandina della lista Shapla attaccata sulla vetrina. Finalmente uno interessato e partecipe? Macchè.

"La locandina? Sono passati questa mattina due signori e mi hanno chiesto di metterla, non so nemmeno cosa sia", spiega il giovane cinese dietro il bancone della cassa.

In un altro bar sono esposti, invece, i volantini con i nomi e i visi sempre della lista Shapla, composta quasi unicamente di immigrati del Bangladesh. Depliant vicino a quelli bianchi preparati dal Comune, con le istruzioni e modalità di voto. Mentre li osserviamo, spunta una bambina orientale da dietro il bancone e in perfetto italiano ci racconta:

"A me ne ha parlato la maestra a scuola, distribuendo i volantini a tutta la classe, è una bella iniziativa solo che non c'è neanche un cinese candidato...".

E sul perchè non ci sia nemmeno un cittadino in lista proveniente dalla Cina, in pochi tra gli interpellati sanno dare una spiegazione convincente. Ci prova la nostra "vicina" Elisa, del bar di fronte alla redazione di VicenzaPiù:

"I cinesi sono un po' chiusi, e spesso fanno fatica a parlare e capire l'italiano, anche se molti sono da tanti anni qui e hanno già acquisito la cittadinanza".

Ma Elisa andrà a votare?

"Non so se andrò a votare, forse...", risponde senza troppa convinzione.

Se si candidasse lei, probabilmente prenderebbe parecchi voti, anche per l'episodio nella lotta contro il degrado e la criminalità di cui è stata vittima qualche mese fa, e che abbiamo raccontato in tempo reale su VicenzaPiù, per poi finire su tutti i media.

Le sottoponiamo la proposta di candidatura. Lei prima fa un sorriso. Poi ci pensa un po' e con viso più serio risponde:

"No, grazie".

Pardon: "No, glazie".


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