Che da parte della prefettura e delle istituzioni vi sia, in tema di profughi: "mancanza di una visione generale ed operativa di un sistema accoglienza", pare più che evidente. Ma direi ancora di più: per le istituzioni nazionali e locali che sono costrette ad occuparsi della questione il tutto viene affrontato, al di là delle belle ed ipocrite dichiarazioni di principio, come una patata bollente da scaricare a qualcun altro, amministratori locali, privati cittadini e quant'altro, usando come organismi gestori cooperative improvvisate e a volte perfino banditesche, che si occupi di togliere la carne dal fuoco a chi è "in ben altre faccende affaccendato". Il risultato è stato di creare una montagna di problemi a tutti quanti. Parlo di montagna a proposito perché, come tutti ricorderanno, l'esempio paradigmatico per ingarbugliare il problema da parte del prefetto fu, circa un anno fa, di fronte alla prima ondata di profughi, di allontanare dalla vista dei bravi cittadini la scomoda presenza dei migranti confinandoli al Pian delle Fugazze nella ex colonia "Città di Schio". Il tutto con la complicità del sindaco di Schio che, prima nega ogni ipotesi di accoglienza nel comune; e poi, stranamente, concede una struttura fatiscente priva di qualsiasi criterio di idoneità. Mentre adesso si aggrappa al pretesto che l'hotel Eden (sempre di Schio), ben più adeguato della ex colonia, non avrebbe i requisiti di sicurezza.
Tutti questi escamotage non fanno altro che esasperare la situazione; e la soluzione semplice ed umana proposta da alcuni sindaci (in primis quello di Santorso) dell'accoglienza diffusa viene accantonata, ostacolata e boicottata. Il risultato di questa cecità istituzionale è la nascita di comitati (come gli estensori di questo articolo, o il "prima noi" dell'Altovicentino) portatori di quella ineffabile ideologia, sintetizzabile nel luogo comune: "io non sono razzista, ma..." è che io chiamo comitati neo-razzisti.
Ma il non detto è altro. Questi esseri sono degli alieni e non hanno nessun diritto di cittadinanza. Bisogna rinchiuderli o confinarli in qualche struttura che li separi dal consorzio civile. E il motivo è sì occultato, ma semplice: loro sono il riflusso della nostra sporca coscienza nel nostro sguardo accecato dall'egoismo. Si continua con le amnesie di massa e si vuole dimenticare a tutti i costi che questi flussi sono semplicemente il risultato delle nostre guerre guerreggiate (anche adesso, immemori del disastro iracheno, si va alla guerra in Libia), nonché di quelle economiche in medioriente, come in Africa centrale. E il saccheggio economico dell'Africa è stato anche più devastante per l'ambiente e le persone delle guerre vere e proprie. Ma il risultato è identico: la catastrofe economica, ambientale ed umanitaria dell'Africa e del medioriente. Gli espedienti e i mezzucci di scaricare da un luogo all'altro degli esseri umani, potranno anche avere tutti i difetti che si vuole, ma che hanno attraversato la morte per potere avere una speranza di vita, non potranno che peggiorare la situazione. Questo disastro ecologico ed umano lo abbiamo creato noi e non si risolve nascondendo la testa nella sabbia, ma risanando l'ambiente e le vite da noi devastate. Le soluzioni consapevoli e realistiche non possono andare che in questa direzione. Se si vuole proseguire con le guerre e successive chiusure, prepariamoci ad altri e più vasti guai.
Marcello Limoli
Tutti questi escamotage non fanno altro che esasperare la situazione; e la soluzione semplice ed umana proposta da alcuni sindaci (in primis quello di Santorso) dell'accoglienza diffusa viene accantonata, ostacolata e boicottata. Il risultato di questa cecità istituzionale è la nascita di comitati (come gli estensori di questo articolo, o il "prima noi" dell'Altovicentino) portatori di quella ineffabile ideologia, sintetizzabile nel luogo comune: "io non sono razzista, ma..." è che io chiamo comitati neo-razzisti.
Ma il non detto è altro. Questi esseri sono degli alieni e non hanno nessun diritto di cittadinanza. Bisogna rinchiuderli o confinarli in qualche struttura che li separi dal consorzio civile. E il motivo è sì occultato, ma semplice: loro sono il riflusso della nostra sporca coscienza nel nostro sguardo accecato dall'egoismo. Si continua con le amnesie di massa e si vuole dimenticare a tutti i costi che questi flussi sono semplicemente il risultato delle nostre guerre guerreggiate (anche adesso, immemori del disastro iracheno, si va alla guerra in Libia), nonché di quelle economiche in medioriente, come in Africa centrale. E il saccheggio economico dell'Africa è stato anche più devastante per l'ambiente e le persone delle guerre vere e proprie. Ma il risultato è identico: la catastrofe economica, ambientale ed umanitaria dell'Africa e del medioriente. Gli espedienti e i mezzucci di scaricare da un luogo all'altro degli esseri umani, potranno anche avere tutti i difetti che si vuole, ma che hanno attraversato la morte per potere avere una speranza di vita, non potranno che peggiorare la situazione. Questo disastro ecologico ed umano lo abbiamo creato noi e non si risolve nascondendo la testa nella sabbia, ma risanando l'ambiente e le vite da noi devastate. Le soluzioni consapevoli e realistiche non possono andare che in questa direzione. Se si vuole proseguire con le guerre e successive chiusure, prepariamoci ad altri e più vasti guai.
Marcello Limoli