Variati non correre: impatto TAV enorme, più della base Usa
Lunedi 29 Dicembre 2014 alle 03:25 | 0 commenti
 
				
		Ci stimola alcune considerazioni un lucido intervento di Guido Zentile del Comitato Vicentino NO Ecomafie sul progetto Tav-Tac a Vicenza che pubblicheremo a seguire come stimolo a doverose e approfondite riflessioni, che la politica cittadina e provinciale sta costringendo in un percorso che pare e appare troppo stretto e... veloce in rapporto all'importanza delle decisioni, che non vorremmo già prese come nel caso della base Usa al Dal Molin, che forse andava e poteva essere fatta anche a Vicenza ma in un modo e in un luogo meno tragicamente impattante per il territorio,.
Vicenza ha, prima, perso le opportunità crescenti e poco impattanti  offerte da un aeroporto regionale, che ora avrebbe beneficiato delle già  allora facilmente prevedibili sinergie con l'ineluttabile asse  aeroportuale Venezia - Treviso - Verona - Brescia,  appena realizzatosi  con la Save. Di sicuro per pigrizia mentale e per incapacità di guardare  lontano dai piccoli interessi locali, che allora, magari,  privilegiavano anche il traffico sulla Autostrada Brescia Verona Vicenza  Padova, a forte partecipazione della provincia e del Comune, Vicenza e  il Vicentino hanno, quindi, perso un aeroporto e hanno "alluvionato" da  criminali il territorio nell'area ex Dal Molin costruendovi una base  senza le opportune precauzioni ambientali.
Ora a Vicenza si  è  scatenata la corsa verso la Tav (con i suoi soldi) e verso le due, nuove  cementifere stazioni con distruzione di quella esistente, porta ideale  verso Piazza dei Signori e i palazzi del centro. Questo avviene dopo un  lungo immobilismo proprio sulla TAV o alta capacità che dir si voglia,  magari anche quello a vantaggio della Autostrada Brescia Verona Vicenza  Padova, adesso, però, "abbandonata" da Variati, che da sindaco ne ha  venduto le quote comunali e che ha in sua mano la parte residua  provinciale in qualità di "potente monocrate" (ras?) locale visto che  nel frattempo è diventato, giocando da maestro a tavolino, anche  presidente della provincia.
Lasciano pensare, e molto, abbandoni,  dell'aeroporto, prima, rallentamenti, sulla TAV, poi, e, ora, forti e  inarrestabili accelerazioni su uno stravolgimento della città, la cui  porta di accesso non sarà più quella vicina alla Basilica palladiana,  che ci è stata appena venduta come fulcro di sviluppo turistico  culturale prima di rischiare di diventare subito periferia per i  viaggiatori. Ma sarà quella in Fiera, vista capannoni, con espropri mega  milionari di aree inquinate e abbandonate, ma che ora, ops, in un  attimo, diventano, noi siamo notoriamente maliziosi, una miniera di  soldi per i soliti noti. Questo ragionamento, premessa alle analisi di  Guido Zentile, non è e non deve diventare immobilismo, né freno allo  sviluppo, ma vuole solo stimolare a riflettere con i tempi giusti  (rapidi ma non immediati per la balla sospetta, se non interessata, che o  si decide subito o due mesi dopo salta tutto!) su un diverso concetto  dello sviluppo.
Il vero sviluppo, signore e dio onnipotente della  città e della provincia, Achille Variati, deve avvantaggiare tutti e non  solo i pochi proprietari di aree più inquinate di quelle su cui è stato  fatto costruire Borgo Berga con responsabilità milionarie che ora la  Corte dei Conti addebita ai consiglieri e ai dirigenti comunali (non  alla Giunta, però, che strano!) che hanno approvato quel mostro  urbanistico e speculativo nella cui area nascerebbe addirittura una  seconda stazione.
Il vero sviluppo non deve, caro Achille Variati,  arricchire solo quei pochi, ma già ricchi, signori, che magari non si  cureranno neanche della bonifica dei loro terreni super rivalutati e  solo i pochi, e magari soliti, appaltatori dell'ennesima mega opera  all'italiana con tempi, storicamente, lunghissimi di realizzazione e con  costi, altrettanto storicamente, crescenti nel tempo, leciti e  illeciti, con accluso ennesimo commissario straordinario.
Caro  sindaco e carissimo presidente, dia il giusto tempo alla gente, quella  che alle elezioni chiama a raccolta come sua gente, e dia un tempo  ragionevole a tecnici indipendenti e lontani da ogni, sia pur meschino,  sospetto, per valutare i pro e i contro dell'opera così come è stata  prospettata e che Guido Zentile critica, con noi e i nostri  lettori,  lei incluso, chiamati ad essere attenti ad ascoltarlo. 
Magari dopo  quel giusto tempo le scelte di cui lei è convinto e di cui l'hanno  convinta potranno essere modificate o, magari, confermate dalla  maggioranza degli interessi, privati e pubblici!
Se non concederà il  tempo e i modi per ragionare, nascondendosi dietro la balla dell'urgenza  più urgente che non si può, ci permettiamo di ricordarle gli effetti  deleteri di quelle che si chiamano "procedure di somma urgenza": utili  ad assegnare appalti senza controlli adeguati e spesso paravento di  interessi innominabili.
Un ultimo appello, caro sindaco e carissimo presidente.
Se  sta per passare alla storia cittadina come scopritore e  promotore  delle bellezze palladiane, dopo aver pubblicamente disapprovato  esteticamente (ma non impedito..., come contesta ai suoi consiglieri la  Corte dei Conti) il tribunale "ideato" dal suo predecessore  berlusconiano Enrico Hüllweck, non corra il rischio di far tornare alla  mente degli elettori la sua inversione di rotta sulla base Usa al Dal  Molin, contrastata prima del voto, accettata  dopo per "ordini  superiori" con tanto di conseguente disastro  ambientale.
Non corra  questo rischio mettendo senza colpo ferire la sua firma su un progetto  ancora più impattante su Vicenza della base Usa.
E non lo corra,  soprattutto, senza aver realmente, e fuori dagli schemi regolamentari in  cui ora li ha costretti, provato ad ascoltare i cittadini. Prima di  prestare ascolto, se i cittadini glielo chiederanno con argomentazioni  valide, alla sua coscienza. Civile.
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