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			Ecco il testo integrale con la posizione di No Dal Molin e Cs Bocciodromo: 
Secondo i progettisti, il passaggio del Tav nella tratta  Montebello-Grisignano di Zocco rappresenterebbe una “ricucitura urbanaâ€,  perché i quartieri di San Lazzaro e Ferrovieri a Vicenza non dovrebbero  più essere separati dalla linea ferroviaria. Piuttosto, pensiamo che  questo stravolgimento radicale della parte ovest della città dovrebbe  essere definito una “frattura urbanaâ€. E rischia di essere una frattura  anche con la cittadinanza, se non verrà coinvolta in un processo  partecipativo attraverso incontri informativi nei quartieri prima della  votazione in consiglio comunale, prevista già per l’8 gennaio. 
Non  sono sufficienti le audizioni aperte ad associazioni, comitati e  cittadini, quando si parla di un progetto che rivoluzionerà il versante  ovest della città con un tale impatto sul nostro territorio. Il progetto  è stato presentato solo la settimana scorsa e non può essere  un’approvazione, questa sì “ad altissima velocità†in consiglio comunale  l’8 gennaio. Bisogna prendere più tempo per approfondire tutti i nodi  critici, altrimenti, come è stato con il Dal Molin, si rischia  l’ennesima imposizione di una grande opera senza aver prima coinvolto i  cittadini.
Quali sarebbero i risultati del progetto Tav a  Vicenza? Poter raggiungere Milano da Vicenza risparmiando ben 6 minuti  di tempo, a fronte di una spesa prevista di 2 miliardi di euro; o la  costruzione di due nuove stazioni, una in fiera e l'altra a Borgo Berga,  in zone considerate a rischio idrogeologico “f3†(cioè elevato) e “f2† (medio), in una città già a forte rischio idrogeologico. Ci troviamo di  fronte all’ennesima grande opera che ci viene presentata come essenziale  per lo sviluppo del nostro territorio, ma che in realtà comporterà  spreco di risorse pubbliche, cementificazione e distruzione del  territorio. Paradossalmente, l’aspetto più impattante non sarà il  raddoppio della linea ferroviaria con l’aggiunta di due nuovi binari per  i treni d’alta velocità, ma l’insieme di tutte le opere corollarie, che  sono necessarie a Vicenza per permettere il passaggio dell’alta  velocità. La stessa Tatiana Bartolomei, dell’Ordine dei geologi, si  definisce perplessa rispetto a questa “scelta a forte impatto  sull’ambiente naturaleâ€.
Abbiamo già visto come, nella nostra  Regione, dietro alla realizzazione di queste opere si sia nascosto un  sistema di corruzione e spartizione di fondi pubblici. Se ci sono  risorse da spendere, l’opera di cui Vicenza ha bisogno “ad alta  velocità†sono interventi reali sul rischio idrogeologico, in modo da  mettere in sicurezza zone ad esempio come Ca’ Tosate, Sant’ Agostino,  Borgo Berga da alluvioni ed allagamenti. E un processo partecipativo  reale, che preveda la possibilità di spostare più avanti la votazione in  consiglio comunale, per fare in modo che la città sia davvero coinvolta  in questa decisione, fornendo tutti gli elementi, e il tempo, necessari  a una presa di coscienza.