VicenzaPiùQuartieri - Notizie, fatti, curiosità, personaggi, storie dei quartieri di Vicenza.

Sergio Berlato, consigliere regionale FdI-An-Mcr

Giudizio assolutamente negativo nei confronti della gestione governativa del “problema migranti”. Necessità di una visione politica e umanitaria che differenzi il “profugo” dal “clandestino”. Bocciatura del rapporto Stato centrale-Prefetti-Enti locali, che soprattutto in Veneto ha provocato tensioni, generando focolai di esplosione sociale non più sopportabili.

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William Rigon e Stefano Boschiero, Comitato Piazza Castello

Il Comitato Piazza Castello scrive a margine dell’ennesimo episodio di sangue che si è consumato ancora una volta nell’ormai “famigerata” zona di Via Gorizia. Non bastava il duplice accoltellamento dei giorni scorsi con protagonisti i nordafricani. I regolamenti di conti, le risse, i ferimenti continuano senza vergogna in pieno giorno, addirittura questa volta in un pomeriggio festivo con tanti vicentini e turisti intenti a passeggiare e godersi la città. 

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Di seguito pubblichiamo l’appello risoluto e accorato nella nota di Confcommercio Vicenza del presidente Sergio Rebecca al sindaco Achille Variati dopo i fatti accaduti in via Gorizia vicino a campo Marzo: “Il mix esplosivo che stiamo registrando rischia di mettere in pericolo in maniera irreparabile la convivenza civile e sociale della nostra città”.

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L'interrogazione comunale di Francesco Rucco, consigliere comunale Idea Vicenza

Sulla stampa locale di questi giorni è apparsa la notizia della presenza di 13 profughi collocati dalla Prefettura in un appartamento di 200 mq in Viale Milano. Nonostante i proclami di Variati, una cooperativa padovana colloca in centro città i profughi in un condominio di residenti vicentini.

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Comune di Vicenza

Si avvia alle fasi conclusive il cantiere di viale Mazzini per completare la rotatoria tra via Bonollo e via Cairoli, di fronte al Teatro Comunale. Martedì 4 e mercoledì 5 agosto la rotatoria verrà chiusa completamente al transito dalle 6 alle 20 per l'asfaltatura.

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Alle ore 23 di domenica 2 agosto è arrivata in questura la telefonata di una prostituta romena di vent'anni terrorizzata dal ritrovamento di un un cero votivo, con stampata sopra l'effige del Santuario della Madonna del Frassino di Peschiera del Garda, nei pressi della sua postazione abituale di lavoro in viale Verona in centro a Vicenza, all'interno della zona rossa nella quale sarebbe vietato, secondo un'ordinanza del sindaco, la pratica della prostituzione per strada. 

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Di Laghetto a Vicenza c'è un quartiere. Oppure i laghetti artificiali dove si va a pescare. O ancora i "laghi" che si formano sulle strade colabrodo della città nei giorni di pioggia, pozze di acqua piovana come quelli che compaiono anche su molti campi, anche per la  cementificazione sfrenata di decenni che non permette il drenaggio al terreno. 

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Arriviamo in Corso Palladio da Park Fogazzaro di corsa per andare a Palazzo Trissino per una conferenza stampa ma pochi passi prima di imboccare il corso sentiamo una bellissima e ritmica melodia. Sembrano degli ottoni, sono degli ottoni, e ci sono 11 giovani che li suonano. Ci fermiamo perchè la confenza sarà... più noiosa e perchè pensiamo subito a una qualche esibizione per sensibilizzare i vicentini su qualche "disattenzione" locale alla cultura e alla musica. E invece...

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di Pietro Rossi dal n. 278 di VicenzaPiù di Luglio (leggi tutto l'articolo nella versione digitale per gli abbonati online oppure chiedilo nelle edicole Fenagi)

Pensate al vecchio motivetto di De André e spostate l'immaginazione dalle calate dei moli genovesi a quella che è diventata la zona più “malfamata” di Vicenza. Lì, tra l'incessante lavoro notturno del supermarket della droga a buon prezzo con tanto di “galoppini” e “sentinelle” in bicicletta a delimitare il territorio e stabilire i confini con i rivali di Viale Milano, c'è  rimasto un pezzo della vecchia Vicenza proibita.

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di Pietro Rossi e Giovanni Coviello dal n. 278 di VicenzaPiù di Luglio (leggi tutto l'articolo nella versione digitale per gli abbonati online oppure chiedilo nelle edicole Fenagi)

Il “caso Rosini” e quelle “marachelle” perdonate a chi non le perdona

Si chiamava “Educazione Civica”. Un tempo la insegnavano a scuola, ma oggi molti italiani sembrano averla  dimenticata. Li vediamo guidare con i telefonini in mano, parcheggiare un po' dove capita e magari buttare la spazzatura per terra perché è troppa fatica aprire un cassonetto.

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